sabato 19 settembre 2009

“Lettera di una mamma nella Lezione aperta hai genitori del progetto messicano “Giochiamo con i movimenti e i suoni della natura”

Martedi 5 di Marzo 2009.
Istituto Comprensivo “Terenzio Olivieri”, Villa Carcina, Brescia, Italia.
Scuola dell’infanzia statale di Cogozzo.
UNA MAMMA…
Un invito per assistere ad una rappresentazione all’interno della Scuola Materna che frequenta mia figlia crea sempre un’aspettativa, una caccia frenetica dell’ultimo minuto alla macchina fotografica o, meglio ancora, alla videocamera, per immortalare quegli attimi che altrimenti so che rimarranno nella mia testa come flebili ricordi.
Credo che questa volta, però, non ci sia bisogno di ricorrere alla tecnologia per ricordare mia figlia, questa volta credo che possa bastare chiudere un’attimo gli occhi e stare attenta a quello che succede nel mio corpo, credo che se riuscissi ad individuare ed ascoltare il battito del mio cuore, rivedrei mia figlia e I suoi amici che diventano rana, elefante, uccellino… e li rivedrei ascoltarsi e improvvisamente trasformarsi in altri animali in un gioco che gioco non è, che di finto o costruito non ha proprio nulla.. Vedrei I nostri piccoli come in realtà sono veramente, figli della natura e del mondo e parte integrante di esso, con tutta la spontaneità che solo qualcosa di vero può possedere.
Ho osservato molto la loro guida, Olinatl ed ho avuto l’impressione che lui in realtà non abbia proprio nulla del maestro come noi lo intendiamo, piuttosto mi è sembrato un padre, un nonno, uno zio, qualcuno che mi ha fatto ricordare qualcosa che in realtà non ho mai vissuto, qualcuno che mi ha evocato una figura imponente davanti ad un fuoco, che mi insegna con un canto, una danza ed il silenzio da dove provengo e, soprattutto che I grandi segreti sono dentro le cose che noi abbiamo tutti I giorni, il cuore, I versi degli animali, il sole, la pioggia..
Non voglio, davvero, cadere nel patetico, ma credo che sia doveroso riconoscere e ringraziare una persona che ha dato a mia figlia qualcosa che io non avrei mai potuto dare o trasmettere, la semplicità della sua essenza, la gioia di appartenere ad un insieme di colori, di musiche e di sensazioni, insieme che sarebbe senz’altro più povero se lei non ne facesse parte. Con Ollinatl mia figlia ha trovato l’entusiasmo per qualcosa a cui io non avevo mai badato, come il sole o la conchiglia attraverso il cui suono lei è potuta andare al mare, oppure ha potuto essere un cervo che ha accettato l’amicizia con il suo cacciatore, inserendosi nel grande equilibrio e rispetto della natura e dei rapporti che si creano all’interno di essa.. In questo percorso durato alcune settimane, ho visto la mia bambina cercare dentro di sé le chiavi giuste per sconfiggere le proprie paure, l’ho vista prendere il bastone della pioggia appoggiato in un angolo della camera e, come un uccellino abbeverarsene e ringraziare il cielo. Io non l’ho mai fatto e, chissà perché, quando diventiamo adulti, le cose semplici ci imbarazzano, la spontaneità e la naturalezza sono viste come segno di tollerabile follia ma lontane dalla realtà, dal quotidiano.. Quanto mi piacerebbe che mia figlia non perdesse durante il suo cammino quello che di prezioso ha imparato, che riuscisse ad affrontare I propri timori ascoltando il ritmo del suo cuore o ringraziare sempre e comunque chi veramente scandisce le sue giornate, quanto mi piacerebbe che un giorno potesse insegnare lei ai suoi figli davanti ad un fuoco reale od immaginario che sia, I piccoli grandi segreti della nostra essenza…